Story time! Avevo 17 anni e stavo suonando il basso nella camera al primo piano quando il muratore impegnato a rifare il tetto mi bussò alla finestra (sic) con una proposta strana: andare a suonare il liscio. Quel muratore infatti suonava la batteria in un'orchestra della mia città e avevano bisogno di un rimpiazzo per il bassista che andava via. Per orchestra intendo quella che vi intrattiene alle sagre di paese quando qualsiasi musica viene ballata con i passi dell'(h)alli galli.

Io suonavo nella classica punk band adolescenziale ma andando ancora al liceo, di tempo libero ne avevo e l'estate era alle porte, quindi perché no, alla fine pagavano anche bene per un adolescente che non pensava di fare mai soldi con la musica. Tutto ciò accadeva in primavera, ma la stagione delle orchestre va da luglio a fine agosto, ogni sera, ritmo serrato e poi basta. Quindi mesi intensi di prove senza mai suonare dal vivo prima di buttarsi nel circo.

Le prove avvenivano in una stanza di una fabbrica di vernici in un paesino di 700 persone vicino la mia città. Il sassofonista infatti lavorava lì e di notte gli lasciavano le chiavi per andare a suonare senza disturbare nessuno. Oltre a me, il batterista muratore, il miglior fisarmonicista mai passato in Abruzzo, il cantate/maestro d'orchestra che di mestiere faceva "partorire le vacche", sua figlia 14enne vestita da cubista per danzare sul palco e altri membri sparsi che non ricordo.

Dancing in the shadow
Photo by Ardian Lumi / Unsplash

La stagione vera e propria era devastante con concerti ogni sera - il numero di sagre in Abruzzo è sconcertante. Arrivo in location max alle 17, allestimento di tutto il palco (l'orchestra viaggia con 2 camion con luci e service audio) prove e breve cena. Cambio di abiti, l'orchestra e il liscio impongono un look trash a metà tra Travolta e Casadei, giacca bianca e camicia nera con il colletto di questa sopra quello della giacca - chissà quante persone avevano indossato la mia prima di me. Si parte poi per 3/4 ore di concerto serrato. Approssimativamente, su 4 ore, 2 erano di playback. Nessuno suona davvero i balli latini americani etc etc, sono solo dei cd. Il batterista impostava i suoni dei cartoni animati sulla sua batteria elettronica e via andare.

In questa occasione ho capito quanto in realtà sia complessa e non facile per un bassista il liscio italiano. Il basso è tutto nel liscio, serve una precisione estrema e un'ottima conoscenza di polka, mazurka, valzer etc. Se sbagli una nota, la gente cade mentre balla. Ciao mare e la Mazurka di periferia erano suonate live e forse i pezzi più richiesti dal pubblico - Romagna mia ovviamente no, ma alternative abruzzesi erano disponibili. Ho toccato con mano come Casadei vuol dire liscio e liscio vuol dire Casadei. Nient'altro.

Dopo le ore di spettacolo, si smonta tutto il palco, le luci, le casse, si caricano i furgoni e se ti dice bene, per le 3 del mattino sei quasi a casa. Di quei viaggi di ritorno ho praticamente zero ricordi, ero in coma per la stanchezza. Cosa ho imparato:

  • la vita dell'orchestra è da pazzi
  • la mazurka si differenzia dal valzer per l'accento sul secondo del ritmo ternario
  • puoi scambiarti panini dai finestrini di due furgoni mentre vai in autostrada
  • il liscio non è facile

    FINE.